top of page
quaderni con matita rossa

Un weekend produttivo con i volontari

  • Immagine del redattore: arianna zombini
    arianna zombini
  • 31 ago 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Cosa vuol dire trascorrere un weekend di lavoro con un gruppo di volontari? E' possibile far produrre loro dei pacchetti formativi?


ree


Contesto


Nel 2014 io e i miei colleghi di Solaris Lab - laboratorio della conoscenza - abbiamo condotto un percorso di sostegno alla produzione di strumenti formativi rivolto a un gruppo numeroso di formatori volontari di protezione civile, per conto del Servizio Formazione dell’Agenzia regionale di Protezione civile.


Risultato finale desiderato: tutti i volontari formatori nei moduli sicurezza dei futuri corsi per volontari di p.c., avrebbero avuto un pacchetto di strumenti condiviso per fare una lezione efficace. Il pacchetto completo doveva essere composto da slides, microprogettazione del modulo, casi ed esempi, materiali didattici e approfondimenti.

E chi meglio dei volontari già attivi come formatori sulla sicurezza poteva produrre un pacchetto di questo tipo?

Noi formatori avevamo due compiti:

  • far condividere materiali, idee, attività sulla formazione alla sicurezza per volontari;

  • far costruire strumenti e modelli comuni di lezione da spendere nei moduli formativi dei corsi per volontari di protezione civile.

Il percorso per condurre il gruppo di volontari a questo risultato fu articolato e richiese più incontri. Conoscevamo molto bene i volontari di protezione civile e sapevamo che riunirli per due giorni nello stesso posto avrebbe dato buoni frutti. Lo sapeva bene anche la committenza, che ci diede l'opportunità di lavorare con loro durante un weekend.



Il weekend di sostegno alla produzione


Li suddividemmo in 3 sottogruppi, ciascuno dei quali si doveva occupare del modulo formativo sulla sicurezza già inserito o da inserire in 3 corsi diversi.

Lavorai gomito a gomito con uno di quei sottogruppi composto da 11 volontari, eterogeneo per età e appartenenza associativa. Fin qui nulla di nuovo per me, avevo già lavorato con gruppi di volontari, che per loro natura sono molto diversi.


Una diversità e una comunione di intenti che mi hanno sempre affascinato: sono tutti accomunati dalla voglia di fare, dare, migliorare, confrontarsi, hanno entusiasmo e motivazione da vendere.

Nel gruppo affidato a me ritrovai due volontari formatori "storici" che mi conoscevano da diversi anni. Erano almeno 3-4 anni che non li rivedevo e nel frattempo ero diventata mamma, mi stavo occupando anche di educazione (al consumo consapevole) per le scuole e forse qualcosa era cambiato nel mio stile personale.

Franca è Ingegnera e mi parlo' di tante cose. Mi piace il suo atteggiamento mentale, aperto e costruttivo sempre: non ha le resistenze tipiche di chi avanza con l’età, anzi va contro le resistenze e chiusure di suoi colleghi ingegneri o di altri volontari più giovani. E poi, ogni volta scopro che ha fatto questo e quell'altro, che è stata in varie parti del mondo, che ha cambiato alcune regole di comportamento all’interno di cantieri edili. Lei, grande donna.

Roberto, dopo solo un’ora di lavoro in gruppo, con il suo solito tono un po' scanzonato mi fece notare davanti a tutti che i miei termini e il mio atteggiamento erano molto coinvolgenti. Lui lo attribuiva alla mia recente maternità e scherzava sul fatto che mi comportavo da mamma anche con loro, perché spiegavo, motivavo e ogni tanto sgridavo pure... Bonariamente si intende e soprattutto lui!


Il risultato finale (di cui sopra) si poteva ottenere per risultati intermedi. In quel weekend dovevamo produrre le prime bozze che sarebbero poi servite per gli incontri successivi.


Ci sono alcune difficoltà "fisiologiche" che ho sempre trovato in partenza nelle comunità di pratica (e quella lo era, anche se di breve periodo) legate al disorientamento e ai timori iniziali: cosa dobbiamo fare? saremmo in grado? come lo possiamo fare? da dove partiamo?


Se ci pensiamo sono le stesse domande che ci poniamo quando ci avviciniamo al nuovo, che si tratti di contesti, persone, apprendimenti.


In quel weekend non li lasciai mai da soli e negli ultimi lavori di gruppo notai una maggiore autonomia. In fondo è questo il mio compito: guidare ma non sostituirmi. E sì, posso dirti che è possibile guidare dei volontari a produrre dei pacchetti formativi, mettendo in gioco la loro motivazione, i loro obiettivi e alcune strategie formative, che per quanto mi riguarda sono consistite in:

  • attivarli e “scaldarli” fin da subito, partendo dai loro contributi (avevano già prodotti dei casi)

  • rimotivarli spesso e chiarire bene il lavoro da fare insieme ad ogni step intermedio.

  • facilitarli nei momenti in cui si doveva passare dalla discussione alla progettazione/produzione scritta.

Per chiudere con un mio pensiero...

Quando si passano uno o più giorni con altre persone adulte che hanno già seguito dei percorsi di formazione con te e ne sono rimaste contente, indipendentemente dall'età e da quanti anni sono passati, ritrovi quel piacere nello stare insieme. Per me è sempre stato così, sia con i volontari di protezione civile che con altre comunità di apprendimento e di pratica.

Se vuoi saperne di più scrivimi all’indirizzo zombini@solarislab.net oppure seguimi sui social dove condivido i miei articoli. Grazie per avermi letto!

Commenti


Non puoi più commentare questo post. Contatta il proprietario del sito per avere più informazioni.
bottom of page